Clara Bianchi - 08-07-2006
Il decreto 59 sul primo ciclo non verrà toccato dal governo dell'Unione
Le cose non esistono se non vengono "nominate"; sono destinate all'oblio.
Ho letto e riletto con attenzione l'intervento del Ministro per trovare vie d'uscita alla situazione pazzesca in cui si trova in particolare il Tempo Pieno nella scuola elementare.
Motivi di speranza, appigli possibili. Nulla.
Non ho trovato una sola parola che possa dare fiducia a insegnanti e genitori che negli ultimi anni si sono battuti per difendere condizioni di benessere per adulti, bambini e bambine nella scuola elementare di tante aree del Paese.
Ho trovato parole generiche: si è critici nei confronti dello "spacchettamento" del monte ore nella somma delle attività diverse. Si è insomma critici nei confronti della separatezza tra tempo curricolare, tempo opzionale e facoltativo, tempo della mensa e del gioco.
Come si concretizza la posizione critica? Qual è la proposta alternativa?
La soluzione prospettata è: Nel "ripristinare le condizioni" che permettono alle singole scuole di chiedere organici necessari.
Pazzesco! Tutto qui? Dopo tutte le promesse fatte, la montagna ha partorito questo topolino?
La legge Moratti ha deciso di cancellare il tempo pieno nei fatti e quindi ha scelto di non nominarlo; ha stravolto l'unico spezzone di scuola italiana che ha prodotto eccellenza ed equità.
Il governo Prodi sceglie di continuare a non riconoscere il modello didattico del Tempo Pieno decidendo di non cancellare il decreto 59, che non lo cita, e sceglie di affidare la sua sopravvivenza alla richiesta del doppio organico da parte delle scuole di anno in anno.
Il Ministro infatti due righe dopo scrive: " Sulle caratteristiche del modello didattico, così come sulla strutturazione dei curricoli, l'impegno ad evitare qualsiasi forzatura statalista e dirigista è totale."
Ecco rispuntare la salvifica "Autonomia scolastica" che in molte realtà negli ultimi anni si è dimostrata essere in sostanza questo: "Tu fai pure le pensate che ritieni migliori nella tua situazione, ma ricordati che le risorse disponibili sono poche. Punto. Quindi arrangiati con quello che c'è. E nella scuola le risorse sono e saranno sempre meno. La "manovrina" è lì a testimoniarlo."
In definitiva e per farla breve, io capisco, e vorrei proprio sbagliarmi, che il tempo pieno non ci sarà più; non sarà più nominato in alcun atto legislativo.
Ogni anno subirà il ricatto delle disponibilità economiche; le due insegnanti sulla classe non saranno garantite, le ore di compresenza pure, esattamente come negli ultimi anni.
Questa scelta, mascherata da libertà delle autonomie scolastiche, è adeguata al piano di "risparmio" sui costi della scuola.
Ogni anno la possibilità di realizzare un buon tempo pieno, misterioso oggetto uscito dal testo legislativo, andrà riverificata, riconquistata.
Si spera che in definitiva il logoramento a cui sono sottoposte le scuole e le persone che lo difendono davvero lo faccia dimenticare?
Ci rivediamo a settembre.
Per una migliore documentazione, riporto qui sotto
1) la parte riguardante la scuola "primaria" contenuta nell'intervento del Ministro Fioroni
2) l'articolo 7 del decreto n° 59 del 19/02/2004
Milano 8 luglio 2006
Clara Bianchi
maestra elementare scuola a Tempo Pieno di Milano
Le cose non esistono se non vengono "nominate"; sono destinate all'oblio.
Ho letto e riletto con attenzione l'intervento del Ministro per trovare vie d'uscita alla situazione pazzesca in cui si trova in particolare il Tempo Pieno nella scuola elementare.
Motivi di speranza, appigli possibili. Nulla.
Non ho trovato una sola parola che possa dare fiducia a insegnanti e genitori che negli ultimi anni si sono battuti per difendere condizioni di benessere per adulti, bambini e bambine nella scuola elementare di tante aree del Paese.
Ho trovato parole generiche: si è critici nei confronti dello "spacchettamento" del monte ore nella somma delle attività diverse. Si è insomma critici nei confronti della separatezza tra tempo curricolare, tempo opzionale e facoltativo, tempo della mensa e del gioco.
Come si concretizza la posizione critica? Qual è la proposta alternativa?
La soluzione prospettata è: Nel "ripristinare le condizioni" che permettono alle singole scuole di chiedere organici necessari.
Pazzesco! Tutto qui? Dopo tutte le promesse fatte, la montagna ha partorito questo topolino?
La legge Moratti ha deciso di cancellare il tempo pieno nei fatti e quindi ha scelto di non nominarlo; ha stravolto l'unico spezzone di scuola italiana che ha prodotto eccellenza ed equità.
Il governo Prodi sceglie di continuare a non riconoscere il modello didattico del Tempo Pieno decidendo di non cancellare il decreto 59, che non lo cita, e sceglie di affidare la sua sopravvivenza alla richiesta del doppio organico da parte delle scuole di anno in anno.
Il Ministro infatti due righe dopo scrive: " Sulle caratteristiche del modello didattico, così come sulla strutturazione dei curricoli, l'impegno ad evitare qualsiasi forzatura statalista e dirigista è totale."
Ecco rispuntare la salvifica "Autonomia scolastica" che in molte realtà negli ultimi anni si è dimostrata essere in sostanza questo: "Tu fai pure le pensate che ritieni migliori nella tua situazione, ma ricordati che le risorse disponibili sono poche. Punto. Quindi arrangiati con quello che c'è. E nella scuola le risorse sono e saranno sempre meno. La "manovrina" è lì a testimoniarlo."
In definitiva e per farla breve, io capisco, e vorrei proprio sbagliarmi, che il tempo pieno non ci sarà più; non sarà più nominato in alcun atto legislativo.
Ogni anno subirà il ricatto delle disponibilità economiche; le due insegnanti sulla classe non saranno garantite, le ore di compresenza pure, esattamente come negli ultimi anni.
Questa scelta, mascherata da libertà delle autonomie scolastiche, è adeguata al piano di "risparmio" sui costi della scuola.
Ogni anno la possibilità di realizzare un buon tempo pieno, misterioso oggetto uscito dal testo legislativo, andrà riverificata, riconquistata.
Si spera che in definitiva il logoramento a cui sono sottoposte le scuole e le persone che lo difendono davvero lo faccia dimenticare?
Ci rivediamo a settembre.
Per una migliore documentazione, riporto qui sotto
1) la parte riguardante la scuola "primaria" contenuta nell'intervento del Ministro Fioroni
2) l'articolo 7 del decreto n° 59 del 19/02/2004
Milano 8 luglio 2006
Clara Bianchi
maestra elementare scuola a Tempo Pieno di Milano